Questo libro
racconta uno dei momenti più dibattuti nella storia del lavoro in
Italia, coltivando la speranza di poter fornire alcuni elementi
storici per una riflessione su quel che siamo e su quel che potremmo
essere. Riflessione che oggi è quanto mai necessaria in un paese
caratterizzato dalla parcellizzazione delle forme contrattuali e che
è riuscito ad attutire gli effetti perversi della crisi finanziaria
solamente per l’esistenza di un welfare
familiare che consente agli
ultratrentenni senza “posto fisso” di poter usufruire di un tetto
e di un vitto grazie alla presenza di genitori spesso ritenuti ancora
troppo giovani per andare in pensione.
Le pagine di
quest’opera offrono una narrazione sulle vicende legate alla
stipula dell’accordo di San Valentino, così nominato perché
siglato proprio il 14 febbraio del 1984. Si trattò di un evento che,
ponendo fine al meccanismo di adeguamento automatico dei salari
rispetto all’andamento dell’inflazione (cd. della scala mobile),
determinò la più importante “rottura sindacale” della storia,
ovvero l’epilogo della Federazione Unitaria Cgil-Cisl-Uil nonché
quello della Flm, Federazione Lavoratori Metalmeccanici.
Ma quali furono i
pensieri e le parole degli uomini e delle donne che vissero questa
storia?
Cosa avvenne “dietro
le quinte” della firma di questo accordo?
Quali furono le
reali motivazioni che spinsero il governo di Bettino Craxi a varare
un decreto che per tanti segnava un punto di fine nella tutela dei
diritti dei lavoratori?
Nel Divorzio
di San Valentino Giorgio Benvenuto e
Antonio Maglie danno risposta a queste domande. Lo fanno
ripercorrendo i dieci anni di storia a cavallo di questo evento
offrendoci, pertanto, una cornice che abbraccia uno dei periodi più
inquieti della prima Repubblica: gli anni di Piombo, il caso Moro,
l’attentato alla Stazione di Bologna, il terremoto dell’Irpinia e
la scoperta della Loggia P2.
Giorgio Benvenuto è attualmente presidente della Fondazione Bruno Buozzi. Alla Uil è legata buona parte della sua esperienza sindacale e politica. Per sette anni, dal 1969 al 1976, è stato segretario generale dei metalmeccanici (Uilm). Insieme a Bruno Trentin e Pierre Carniti ha fondato la Flm (Federazione Lavoratori Metalmeccanici). È stato eletto segretario generale della Confederazione nel 1976 ed è rimasto in carica per sedici anni, sino al 1992. Segretario del Psi per un breve tempo, dopo l’uscita di scena di Bettino Craxi, è stato parlamentare per tre legislature (due alla Camera e una al Senato) ricoprendo la carica di presidente della Commissione Finanze
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